giovedì 23 aprile 2009

L'Italia che fa vincere Ferdi e Luxuria è la stessa che, spenta la televisione, discrimina rom ed omosessuali

Come starete sentendo e leggendo da ogni dove, quasi fino alla nausea, l'edizione numero 9 di Grande fratello ha visto trionfare, lo scorso lunedì notte, Ferdi Berisa, giovane ventunenne rom dal passato infelice e poco invidiabile, giunto in Italia dal Montenegro all'età di soli nove anni assieme al padre e ad una ventina di altri immigranti, a bordo del classico gommone con cui i clandestini approdano nel Bel Paese, ove, appena undicenne, era costretto a rubare per guadagnarsi da vivere.

Poco importano le sventure che lo hanno perseguitato negli anni seguenti, come se già quanto appena detto non bastasse. Sta di fatto che ciò è bastato e avanzato a convincere gli italiani, che, in massa, attraverso il televoto, hanno fatto sì che fosse lui a beneficiare dei 300.000 euro che il programma ha messo in palio, non dimostrandosi, seppur con le accettabili eccezioni, pregiudiziale come nella vita di tutti i giorni, che ci offre non pochi spunti che andrebbero ad alimentare la tesi nettamente contraria.

Basta guardarsi attorno per vedere rom, immigrati, omosessuali o gente comunque non conforme alla massa discriminati, evitati o addirittura considerati una minaccia, cosa che parte addirittura dallo stessa Chiesa, che, distaccandoci per un momento dal nostro ambito, permettetemi di dirlo, la sa veramente lunga.

Mi sentirei quasi fuoriluogo nel dire ciò se non mi venisse in aiuto un altro lampante esempio, che, nei mesi passati, aveva già permesso di denotare quanto mi sto proponendo di sostenere. Ovvio che il riferimento è a Vladimir Luxuria, che la stessa brava gente che ha fatto trionfare Ferdi ha eletto, in autunno, vincitrice della sesta edizione. Nulla di strano se non evidenziassimo il fatto che Luxuria è transessuale, o meglio, come ama definirsi lei (o lui?) stessa, e come realmente sarebbe meglio dire, viste le tipologie d'intervento subite, transgender, in quanto non ha cambiato sesso mediante operazione chirurgica.

Poco importano i dettagli, quel che traspare è la spaventosa falsità e ambiguità emersa.

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