lunedì 22 marzo 2010

Luca Ward, la verità sull'incidente all'Isola dei famosi

"Lucky man", ossia "uomo fortunato", l'ha definito l'ortopedico del Nicaragua che l'ha visitato dopo l'incidente. Ed è proprio fortuna quella di Luca Ward, reduce da una partecipazione lampo all'edizione in corso dell'Isola dei famosi, che l'ha visto rientrare in Italia a pochi giorni dalla partenza a causa del salto dell'elicottero non andato del tutto a buon fine nel corso della premiere del reality di Rai Due. "Ho quattro fratture: il coccige, l'osso sacro, la seconda e l'undicesima vertebra dorsale. Avrei potuto rimanere paralizzato", racconta l'attore e doppiatore romano, che ora si divide far il letto ed il divano della sua villa alle porte di Roma, al settimanale Sorrisi e Canzoni TV, nel numero in edicola da domani, spiegando le dinamiche dell'incidente: "Mi sono lanciato dall'elicottero a dieci metri d'altezza in un punto nel quale l'acqua era alta appena un metro, e sul fondale c'era una barriera corallina morta, praticamente cemento. La boa di segnalazione individuava il punto, mi sono fidato. Nell'impatto ho avuto la sensazione di essermi rotto qualcosa, ho nuotato fino a riva imprecando contro chi aveva organizzato quel lancio. Avevo capito di essermi fatto male, ma non immaginavo fino a che punto. Sono voluto tornare sull'isola e ho capito dal fortissimo dolore che c'era qualcosa che non andava. Clarissa Burt mi ha sfiorato la schiena e io sono saltato: per me, che ho un'alta soglia del dolore non era normale. Con dispiacere ho deciso di tornare in Italia per curarmi". Il dito, e non c'è da dargli torto, lo punta contro l'organizzazione: "Il problema era la bassa marea, che tutti i giorni a quell'ora arriva: chi non l'ha considerato è stato un imbecille. Il mio è stato un incidente dettato dalla loro leggerezza. Ho chiesto più volte di parlare con chi ha preparato il lancio, ma non mi hanno fatto parlare con nessuno".

Riguardo Simona Ventura dice di averla apprezzata perchè aveva fortemente voluto la sua partecipazione ed aveva contato molto su di lui, anche se non gli ha ancora fatto neanche una telefonata. Ma appena si libererà delle stampelle (non prima di due settimane) conta di fare una capatina in studio. Spiega che è prematuro pensare ad una causa alla Magnolia di Giorgio Gori, che firma il programma, anche se, scherza, "magari il prossimo anno potrei fare l'inviato".

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