Essendo stato superato ogni limite ragionevole di ritardo, Mediaset ha comunicato ufficialmente al produttore indipendente Triangle Production, incaricato della realizzazione di "La Tribù-Missione India", di essere costretta a rinunciare al programma e quindi a cancellarlo dal palinsesto di Canale 5.
Scadeva ieri infatti il termine ultimo entro il quale la produzione avrebbe dovuto mettere Mediaset in condizione di mandare in onda la trasmissione. Ma questo non è avvenuto, rendendo così oggettivamente impossibile, dopo diverse settimane di ritardo, l'inserimento di un programma di prima serata all'interno di un palinsesto già pianificato.
Mediaset è solidale con Paola Perego e la ringrazia per la professionalità con cui ha partecipato alla preparazione del programma. Ed esprime gratitudine sia a coloro che avevano accettato con entusiasmo di partecipare alla Tribù in veste di protagonisti, dall'inviato ai concorrenti, sia al proprio personale, inutilmente già sul posto da un mese, che ora sarà fatto rientrare in Italia.
Alla luce del grave danno subito, Mediaset si riserva ogni iniziativa giudiziaria a tutela dei propri diritti.
Nel frattempo, per colmare il vuoto lasciato nel palinsesto, sembrerebbero in procinto di anticipare di una settimana la partenza Grande Fratello e Chi ha incastrato Peter Pan?, previsti in un primo momento rispettivamente per la fine e la metà di ottobre.
Perso quel minimo di credibilità che restava, perso il ruolo che la trasmissione era stata chiamata a ricoprire, vale a dire quello di spianare la strada a Grande Fratello, non tenendo il pubblico a bocca asciutta e, soprattutto, sfamando Barbara D'Urso e compagnia, poco senso avrebbe avuto tenere a battesimo la nuova creatura, che avrebbe nientemeno dovuto costituire la nuova frontiera del proprio genere.
"Io - aveva commentato, con amabile sadismo, Simona Ventura in una recente intervista antecedente la partenza del suo Quelli che il calcio e... - sono per il vivi-e-lascia-vivere. Vogliono copiare? Ci provino, anche se a me i cloni non piacciono e non sono mai troppo fortunati. L'Isola non funziona solo perché è l'Isola, c'è dietro molto di più. Loro poi, con questa storia che alcuni concorrenti sono senza visto, mi sembrano un po'disorganizzati. Ma almeno, adesso che partono, potremo fare i nostri contratti in pace: prima non potevo fare un provino che il giorno dopo Mediaset cercava di fregarmi i personaggi... Alla fine credo che ci faranno da traino. La gente li guarderà, farà i confronti e penserà: "Ma quando arriva l'Isola?".
Perso quel minimo di credibilità che restava, perso il ruolo che la trasmissione era stata chiamata a ricoprire, vale a dire quello di spianare la strada a Grande Fratello, non tenendo il pubblico a bocca asciutta e, soprattutto, sfamando Barbara D'Urso e compagnia, poco senso avrebbe avuto tenere a battesimo la nuova creatura, che avrebbe nientemeno dovuto costituire la nuova frontiera del proprio genere.
"Io - aveva commentato, con amabile sadismo, Simona Ventura in una recente intervista antecedente la partenza del suo Quelli che il calcio e... - sono per il vivi-e-lascia-vivere. Vogliono copiare? Ci provino, anche se a me i cloni non piacciono e non sono mai troppo fortunati. L'Isola non funziona solo perché è l'Isola, c'è dietro molto di più. Loro poi, con questa storia che alcuni concorrenti sono senza visto, mi sembrano un po'disorganizzati. Ma almeno, adesso che partono, potremo fare i nostri contratti in pace: prima non potevo fare un provino che il giorno dopo Mediaset cercava di fregarmi i personaggi... Alla fine credo che ci faranno da traino. La gente li guarderà, farà i confronti e penserà: "Ma quando arriva l'Isola?".
Certo che hanno fatto proprio una figura...
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